sabato 14 luglio 2012

Il meglio della storia del torneo (intervista su www.canecaccia.com)

Il sito www.canecaccia.com, che nonostante il nome si occupa di basket dilettantistico lombardo, ha voluto (tramite Alessandro Mauro, che ringraziamo) per la prima volta interessarsi al torneo di Binzago tramite un'intervista in cui hanno chiesto come si è evoluto nel tempo, chi sono stati i migliori di sempre, le partite più belle, le grandi prestazioni eccetera. Alla vigilia della fase decisiva della XIX edizione, può essere piacevole "ripassare" cos'è rimasto più impresso delle precedenti. Naturalmente, tutte le scelte sono soggettive e rappresentano solo il parere del qui scrivente.


D.: Allora Manuel raccontaci un po' del torneo di Binzago com'e' nato e come si e' sviluppato nel tempo.

R.: Il torneo di Binzago è nato nel 1994 come competizione tra ragazzi e ragazze del locale oratorio, che è sempre stato sede dell'evento. Siamo arrivati quindi all'edizione numero 19. Ufficialmente si chiama "Città di Binzago", che in realtà non esiste perché Binzago è una frazione di Cesano Maderno, comune della Brianza monzese, ma tiene molto alla sua identità. Dal 1997 è dedicato a Cesare Mauri, che era uno di quei ragazzi d'oratorio delle origini, prima di scomparire in un incidente stradale.
All'inizio era una competizione molto amatoriale e con un numero ridotto di squadre; poi nel periodo tra fine anni '90 e metà anni 2000 c'è stato il boom, sia come quantità di iscritti (ormai sono circa 190 per ogni edizione), sia come livello, visto che a un certo punto gli "oratoriani" cominciarono a chiamare gli "amici forti" che giocavano in C2, e di reclutamento in reclutamento si è saliti fino alla B1 alias DNA (per scelta non sono ammessi i professionisti di A e Legadue). Tra le donne la crescita è stata probabilmente ancora più forte: l'anno scorso, per esempio, c'erano 5 giocatrici di A1 e una decina di A2. Di pari passo è salito l'interesse.

D.: Però non c'è quel clima eccessivamente competitivo che si respira in certi tornei, vero?
R.: Vorrei sottolineare, infatti, che l'organizzazione (attualmente affidata alla locale Polisportiva) ha sempre tenuto a mantenere intatto lo spirito "amichevole" del torneo, e in questo credo che la presenza delle donne contribuisca, anche se poi ovviamente, quando si fa sul serio, tutti vogliono vincere... Il motivo principale per cui il torneo piace è che c'è un bell'ambiente intorno, in cui la gastronomia fa la sua parte importante. Chi viene non vede solo del buon basket, ma si rilassa, mangia bene, chiacchiera con altri appassionati e addetti ai lavori del maschile e del femminile: due mondi solitamente separati ma che qui, almeno una volta all'anno, si ritrovano.

D.: Sul campo di Binzago,negli anni, si sono alternati giocatori e giocatrici di assoluto livello. Chi sono stati secondo te i più' forti?
R.: Tra gli uomini è davvero complicato scegliere, ma ci provo con un quartetto. Per la spettacolarità Ibrahim Cissé, che ha vinto 3 edizioni con 3 squadre diverse e quando decollava non sapevi mai se e quando sarebbe atterrato; per il carisma Alessandro Mambretti; per la voglia di segnare sempre e comunque Dario Vendramini. Ma se dovessi sceglierne uno solo andrei con Paolo Vitali, ottimo giocatore anche nel basket "normale" ma vera arma letale sul campetto di Binzago, dove negli spazi brevi le sue doti di rapidità e di "contorsionismo" (non so perché lo chiamano Biscia ma credo che sia per questo) gli consentivano di segnare raffiche di punti in pochi minuti.
Come giocatrice invece non ho dubbi: Masha Maiorano, sotto tutti gli aspetti. Qualità tecniche, personalità, dedizione al torneo, risultati (due edizioni vinte). Sono 7 anni che gioca in A1 ma ha sempre tenuto tantissimo a ogni partita giocata qui. L'anno scorso è diventata la miglior marcatrice della storia, uomini compresi. Cito poi Milica Micovic, serba naturalizzata italiana, anche lei con diverse stagioni di A1 nel curriculum: non ha ottenuto grandi risultati qui, ma era sempre un piacere vederla giocare. Anche se forse, come valore assoluto (ma ha fatto solo 2 partite a Binzago), la più forte che sia passata da queste parti è Ivona Bogoje: nazionale croata, un armadio di 1,93 per più di 100 chili, pare che anche nel numero di birre ingurgitate nel dopo-partita fosse fuori categoria...
Infine, faccio una menzione per Claudia Biscari, ex bandiera di Carugate in A2, che forse non è una superstar ma ha il record di presenze al torneo: pensate che quest'anno è diventata mamma ad aprile ma ha fatto di tutto per essere in campo anche in questa edizione, e ci sta riuscendo con una forma invidiabile.

D.: Hai delle prestazioni singole che ti sono rimaste impresse?
R.: Nella memoria recente ho le prestazioni di Simone Casati e di Valentina Gatti, uno contro l'altra, nella finale dello scorso anno. Casati con una serie di invenzioni spettacolari, Gatti perché ha segnato 27 punti, record femminile in una finale, senza sbagliare quasi nulla. Ripescando nel passato, citerei i record assoluti che sono i 52 punti di Gigi Beretta nella finale 3° posto del 2008 e, per le donne, i 39 di Jessica Genta in una partita dello scorso anno. Poi anche un secondo tempo pirotecnico di Thomas Munafò nella finale del 2009, e il duello tra Paolo Vitali e Masha Maiorano nei quarti del 2008: uno 35 punti e l'altra 27, entrambi strepitosi. Tra l'altro Maiorano finì con un polso bendato per un contatto duro proprio con Vitali. Ma sicuramente ho dimenticato qualche altra prestazione, sono state talmente tante...

D.: Quali sono state le partite più memorabili che hai visto a Binzago?
R.: Una è quella che ho appena citato, nel 2008, fra i Trolli di Vitali e gli Amici del Piazz di Masha Maiorano: finì 97-95 con un canestro allo scadere di Luca Chioda. Peccato che erano solo i quarti, perché era una finale anticipata. Ma la più bella in assoluto, per intensità, colpi di scena, ritmi pazzeschi, è stata la semifinale del 2005 tra Amici del Poeta, con Daniele Amati, Sacha Sabatini, Gigi Beretta, e il Cachuccho dello Zio di Mambretti: finì 119-113 dopo un supplementare e il punteggio dice già tutto. Comunque anche la finale dello scorso anno è stata molto bella, con i Ragazzi del Boh Basta di Simone Casati che hanno battuto il Cachuccho dello Zio di Andrea Solaini e Valentina Gatti all'ultima azione.

D.: A livello di squadre,invece, qual e' stata la più' forte secondo te?
R.: Per la scelta restringo il campo a chi ha vinto il torneo negli ultimi 7 anni. Se parliamo di "squadra più forte" nel senso di maggior potenziale sommato dei singoli, i migliori sono stati, direi a pari merito, i Dark Side del 2005 e gli Amici del Piazz del 2007: in entrambi i casi c'erano Cissé, Vendramini e Masha Maiorano, più tutta un serie di giocatori e giocatrici di alto livello. Nei Dark Side, per dire, c'erano 4 ragazze che quell'anno avevano militato in A1. Però, se parliamo di squadre come collettivo perfetto, penso che nessuno abbia fatto meglio dei Trolli nel 2006 e soprattutto nel 2008, con Marco Perego in regia, Vitali e Chioda come corridori a tutto campo e gli altri che portavano ognuno il suo mattone: giocavano a memoria e non è semplice in un torneo dove ci si ritrova una volta all'anno... Queste squadre che ho citato rappresentano anche le due vie opposte per vincere a Binzago: o con i "grandi nomi" o con i collettivi ben amalgamati. Le ultime due squadre che hanno vinto, i Ragazzi del Boh Basta di Crisci, Munafò e Casati (2009 e 2011) e i Belli Freschi di Anzivino, Bergna e le ragazze di Valmadrera (2010), sono stati una buona via di mezzo tra queste due "filosofie".

D.: A Binzago e' fondamentale avere delle donne forti in roster per vincere dovendo schierarne sempre 2 in campo. Che vetrina e' per il basket femminile questo torneo?
R.:Sì, senza dubbio avere donne forti è meglio che non averle. Però non è indispensabile: dato che ragazzi e ragazze hanno modi di giocare e ritmi molto diversi, a volte è meglio avere una componente femminile più "gregaria" ma funzionale, piuttosto che giocatrici molto forti che però richiedono adattamenti complicati per farle rendere al meglio. A Binzago si gioca in stile-campetto, in velocità e uno contro uno: è controproducente fermarsi troppo a pensare a come coinvolgere le ragazze. Comunque, senza dubbio sono spesso le donne a fare la differenza, soprattutto però nella prima fase. Nelle finali è più difficile.
Per quanto riguarda la vetrina, in effetti il torneo lo è in due modi: all'interno del movimento femminile, perché gli "addetti ai lavori" della zona arrivano qui in tanti, e quindi per le giocatrici è un'occasione di farsi vedere, parlare con dirigenti e allenatori, eccetera; e in qualche modo è anche una vetrina nei confronti del maschile, perché ogni tanto qualcuno che non segue mai il femminile si accorge che di ragazze che giocano bene ce n'è eccome. Poi capita anche di apprezzarsi al di là del gioco, infatti sono parecchie le coppie nate a Binzago, giocando in squadra insieme o frequentandosi nelle tavolate dei dopo-partita...

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